CAPRI
L'isola gioiello del golfo, celebre in tutto
il mondo per la Grotta Azzurra, i Faraglioni, la
flora stupenda, il panorama bellissimo, il clima delizioso in
tutte le stagioni.
Conserva affascinanti testimonianze del suo lontano passato,
resti delle mura di fortificazione dell'Acropoli greca
(VI-V sec. a.C.), i Bagni di Tiberio, la Villa Iovis
(palazzo di Tiberio) e la Torre del Faro.
L'architettura più recente è rappresentata dalla Certosa di
San Giacomo (1371) con chiostrino e chiostro grande ('400
e '500), e dalla Parrocchiale di S. Stefano (secolo
XVII) che affaccia le sue forme barocche sulla civettuola e
famosissima "piazzetta".
Comprende due Comuni: Capri ed Anacapri. Qui sono interessanti
la
Chiesa di San Michele, edificata nel 1719 su disegno del Vaccaro; la
Villa S. Michele, costruita su rovine di età romana dal
medico e scrittore Axel Munthe (magnifico giardino e stupenda
vista del panorama da Ponza all'Appennino e alla Calabria) e
la Villa Imperiale romana, ruderi di imponente
struttura archeologica. Assai interessante la varietà della
tipica flora mediterranea.
La piccola piazza è tutta chiusa e raccolta come un cortile.
Essa è cinta dalla Torre dell'Orologio, forse torre campanaria
dell'antica cattedrale, dagli uffici pubblici cittadini
(situati nei locali dell'ex palazzo vescovile) e da negozi e
caffè; le fa da quinta il pittoresco fianco sinistro della
chiesa di S. Stefano.
La piazza doveva già far parte del primitivo nucleo abitato di
Capri (V-IV sec. a.C.), come testimonierebbero alcuni tratti
di mura in blocchi di calcare, parte in opera quadrata, parte
nella tecnica più antica dell'opera pseudopoligonale, visibili
dall'estremità della terrazza della funicolare, incorporati
fra case e mura medioevali, sul lato Nord-Est dell'abitato.
Con un altro tratto murario alle falde del Castiglione ed
altri distrutti fin dall'epoca romana, essi formavano
l'imponente cinta fortificata dell'acropoli greca.
Intorno alla piazza si addensa il quartiere medioevale, di
notevole interesse storico-urbanistico, caratterizzato da un
intrico di tortuose stradette.
Il magnate tedesco Krupp finanziò nel 1900. la costruzione di
una strada pedonale che univa il Quisisana, ove risiedeva,
alla Marina Piccola.
Realizzata in maniera mirabile dall'ingegner Emilio Mayer, è
stata definita "la strada più bella del mondo~ per la sua
straordinaria aderenza alla roccia a cui si abbarbica e per il
corretto uso dei materiali da costruzione locali.
GIARDINI DI AUGUSTO
Facevano parte delle proprietà
di Friedrich Alfred Krupp, figlio del fondatore delle grandi
acciaierie tedesche, stabilitosi a Capri alla fine del secolo
scorso.
I giardini, costruiti sulle rovine di antichi insediamenti
romani, furono da lui donati al Comune di Capri che,
successivamente, li ha intitolati all'imperatore romano. In un
angolo del giardino è stato recentemente eretto un monumento a
Lenin, opera dello scultore Manzù, in ricordo del suo
soggiorno a Capri.
VILLA JOVIS
La più grande villa imperiale dell'isola, fatta costruire da Tiberio agli inizi del I sec. d.C., scoperta nel '700 sotto Carlo di Borbone. La prima esplorazione avvenne nel 1827; lo scavo fu, poi, ampliato nel 1932-35 da A. Maiuri che portò alla luce gran parte del complesso originario, su un'area di 7.000 mq.; i giardini della villa dovevano coprire, in origine, l'intera collina.
VILLA SAN MICHELE - AXEL MUNTHE
Fu edificata dal medico e scrittore svedese
Axel Munthe autore del noto romanzo "La storia di San
Michele". La villa fu costruita trasformando una semplice casa
rustica ed un'antica cappella dedicata a S. Michele su ruderi
di epoca augustea finemente decorati, che testimoniano la
presenza in quel luogo di una sontuosa residenza.
E una costruzione imponente di grande libertà stilistica,
circondata da un vasto e ben curato giardino. E di proprietà
della fondazione svedese Munthe ed è aperta al pubblico:
conserva, in una suggestiva atmosfera, molti cimeli del suo
fondatore, mobili rustici e antichi ed innumerevoli pezzi di scavo.
LA GROTTA AZZURRA
L'esistenza della Grotta Azzurra viene rivelata
nell'Agosto del 1826 dallo scrittore tedesco Augusto Kopish
che ne descrisse, per la prima volta, la straordinaria
bellezza. Da allora la Grotta Azzurra rappresenta l'emblema
dell'isola di Capri; ma l'incanto di questo luogo ha origini
ben più remote; la grotta infatti era già conosciuta in epoca
romana come dimostrano le antiche statue ritrovate sul
fondale. Tale rinvenimento, la presenza di un particolare
piano di approdo e gli interventi nel cunicolo sottostante,
lasciano immaginare un antro naturale adorno di statue: un
ninfeo allestito intorno all'azzurro intenso e brillante del
mare che ancora oggi affascina i visitatori. La grotta era
nota ai capresi con il nome di Grotta Gradola, dal vicino
scalo di Gradola, ma era evitata a causa di antiche leggende
che la volevano popolata di streghe e mostri.
La fortunata coincidenza di condizioni geologiche e
speleologiche ha creato il duplice incantesimo. La luce
solare, penetra da una cavità subaquea e attraverso l'acqua
marina, crea un riflesso azzurro che illumina la caverna.
Per un tour dell'isola vedi anche:
Escursione per Capri